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Fagaceae - Quercus

 

La pianta

Fagaceae_Quercus1Fagaceae_Quercus2Il genere Quercus comprende numerose specie arboree, componenti importanti dei boschi di pianura e di collina. Facilmente riconoscibili come genere, sono talvolta difficilmente classificabili a livello di specie, data anche la presenza di numerosissimi individui ibridi che rendono alquanto evanescenti le differenze tra una specie e l’altra.

Le foglie sono generalmente caduche e lobate più o meno profondamente. In qualche specie però sono persistenti (Q. ilex) o semi-persistenti (Q. suber) e presentano la lamina a forma lanceolata od ovoidale. Le infiorescenze maschili sono costituite da lunghi amenti pendenti, mentre i fiori femminili sono raggruppati all’ascella delle foglie.

Tra le specie più rappresentative si annoverano: la roverella (Q. pubescens), diffusa nella nostra regione ed i particolare sul carso triestino, dove costituisce la tipica boscaglia assieme al Fraxinus ornus e l’Ostrya carpinifolia; il rovere (Q. petrea) e la farnia (Q. robur), specie molto affini che formano i boschi potenziali della zona pianeggiante e collinare del Friuli; il cerro (Q. cerris) che è forse ancora adesso la specie più diffusa in Italia e può superare i 30 metri di altezza; la quercia rossa americana (Q. rubra), importata in Europa dall’America settentrionale a scopo ornamentale; la quercia da sughero (Q. suber) da cui si ricava il sughero; il leccio (Q. ilex), tipico della macchia mediterranea e, in regione FVG, si rinviene lungo la costiera triestina.

 

Il polline

Fagaceae_Quercus_polline1Fagaceae_Quercus_polline2I pollini si rinvengono da gennaio ad aprile, con l’eccezione di quelli dell’ontano verde, che fiorisce tra maggio e luglio.

All’osservazione microscopica appaiono suboblati, isopolari e pentazonoporati (70%) o tetraporati (30%). I pori sono sporgenti, con aspides poco marcati, e l’intina li sottende formando onci non molto sviluppati e lievemente convessi. In visione polare i granuli presentano spesso una caratteristica forma pentagonale. La parte sexinica dell’esina forma gli arci, cioè ispessimenti caratteristici sottesi tra pori vicini. Dimensioni medie (22-34 µm).



ultimo aggiornamento: lunedì 25 marzo 2013