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La direttiva "Marine Strategy" è uno strumento innovativo per la protezione dei mari e l'ambiente marino che viene considerato per la prima volta in un'ottica sistemica, patrimonio di tutti.
Questa norma guida gli Stati Membri dell'Unione Europea nel controllo e nel perseguimento di un "buono stato ambientale". Per prevenirne il degrado e ripristinare gli ecosistemi danneggiati, ogni Paese ha l'obbligo di sviluppare una propria strategia, attraverso adeguati programmi di monitoraggio e mettendo in atto le misure necessarie a conseguire (o mantenere) un buono stato ambientale entro il 2020 che rappresenta la prima tappa.
Per “buono stato ambientale” s’intende lo stato degli ambienti marini che consenta di preservare la diversità ecologica e la vitalità di mari e oceani puliti, sani e produttivi, e l’utilizzo dell’ambiente marino ad un livello sostenibile.
(da: www.naturaitalia.it/apriParagrafiArticoloSezioneMenu.do?paragrafo=1&idArticolo=123).
Gli obiettivi sono di favorire:
Data la natura transfrontaliera del mare, gli Stati membri sono chiamati a cooperare per garantire il coordinamento tra le singole strategie nazionali.
L’ambito di applicazione della Strategia marina sono le acque marine, inclusi fondali e sottosuolo, su cui il Paese esercita giurisdizione e include, oltre l'estensione delle acque territoriali, il mare territoriale, la zona economica esclusiva, le zone di pesca protette, la piattaforma continentale, le zone di protezione ecologica.
La "Strategia Marina" segue un ciclo d’attuazione di 6 anni, al termine del quale le strategie nazionali sono sottoposte a valutazione e aggiornamento.
La direttiva prevede inoltre che ogni Paese coinvolga nel percorso il pubblico e tutti i portatori di interesse per mezzo di una consultazione pubblica.