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ROV, remotely operated vehicle. È questo il nome del veicolo subacqueo che permette di indagare i fondali e le acque dell’ecosistema marino. La caratteristica che lo contraddistingue da altri strumenti di ispezione subacquea è la capacità di essere letteralmente pilotato da remoto. L’operatore, grazie al cavo ombelicale, può comandarlo a distanza da postazioni fisse o mobili come barche, piattaforme e dalla costa, attraverso una consolle di pilotaggio associata ad un monitor sul quale può controllare e registrare in tempo reale immagini, profondità e rotta.
Grazie alla videocamera analogica, implementata con una action camera, il ROV è in grado di acquisire video e foto ad alta risoluzione dell’ambiente sottomarino, anche in condizioni di scarsa luminosità. I Iaser, invece, servono a quantificare la dimensione degli organismi o delle morfologie visionate.
Il ROV è dotato, inoltre, di un sistema per il rilevamento della posizione geografica subacquea (USBL), connesso al GPS della postazione fissa installato sulla motobarca, che permette di sovraimporre al video acquisito in analogico la posizione subacquea del ROV stesso. In questo modo si possono conoscere latitudine, longitudine e profondità degli organismi e delle porzioni di fondale indagate e che si osservano a monitor.
Un’altra caratteristica distintiva e fondamentale del ROV è che, tramite opportune tecnologie, è possibile far mantenere al veicolo stesso sia la profondità che la rotta desiderate. Prima dell’acquisizione del ROV da parte di Arpa FVG, l’indagine dell’habitat sottomarino veniva effettuato con l’utilizzo di una semplice telecamera subacquea: la telecamera veniva calata e trascinata senza possibilità di guida e con la possibilità di visionare solamente in maniera semplificata un areale ristretto del fondale marino. Attualmente la telecamera viene utilizzata per stimare la densità e la dimensione degli aggregati gelatinosi “neve marina” presenti nella colonna d’acqua.
Arpa FVG, da ottobre 2015, si è dotata del ROV, strumento che per le sue caratteristiche risulta fondamentale per l’attività di visual censis (censimento visuale) di monitoraggio e controllo dei fondali prevista dalla Strategia Marina. Nello specifico, sono tre le attività che vengono richieste dalla strategia marina e che necessitano l'ausilio di una strumentazione di questo tipo: quelle del modulo 7, "habitat coralligeno"; del modulo 8, "habitat di fondo marino a Maerl" e quelle del modulo 9 relativo agli "habitati di fondi sottoposti a danno fisico".
L’accumulo di alghe rosse calcaree sul fondale marino forma un ambiente ad elevata diversità specifica e, nel tempo, una struttura biogenica tridimensionale che ospita una ricca biodiversità da tutelare. Inoltre, per salvaguardare il fondale marino e sviluppare le migliori strategie riferite allo sforzo di pesca è importante analizzare l’estensione e vitalità dei diversi habitat marini influenzati in maniera significativa dalle attività antropiche e studiare le abbondanze degli organismi, sia di piccole che di grandi dimensioni, che vivono e colonizzano il fondo.
I monitoraggi dei fondali che Arpa FVG ha eseguito dal 2015 ad oggi, hanno permesso di verificare che alcune aree regionali del fondale marino sono estremamente sfruttate dall’attività di pesca ma d’altro canto si è anche vista una maggior concentrazione di Maerl rispetto a quella conosciuta in precedenza, grazie alle prospezioni subacquee effettuate negli anni dagli enti di ricerca che operano nel campo.
ROV al lavoro!
Alcune sequenze e immagini del fondale
Le potenzialità del ROV in campo ambientale sono molteplici:
In futuro Arpa FVG prevede di dotare il ROV di un braccio meccanico per il prelievo in profondità di campioni di organismi o sedimento marino, e di un sonar per facilitare la guida in acque particolarmente torbide.