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Faq - domande più ricorrenti

 

Schiume e mucillagini. É un fenomeno naturale o è in corso uno scarico di acque non depurate?

mucillaginiLa formazione di tali aggregati è generalmente riconducibile a fenomeni naturali legati a particolari condizioni meteoclimatiche: abbondanti piogge associate a elevate portate dei fiumi determinano un incremento di sali nutritivi e di particellato organico e inorganico; se segue un periodo di stabilità metereologica con repentino aumento della temperatura, si ha uno sviluppo repentino delle microalghe.

Tale aumento di biomassa produce il rilascio in mare di essudati in forma colloidale (catene di polimeri a base carboniosa) che possono, per effetto meccanico del moto ondoso, formare sia schiume superficiali biancastre, sia aggregati gelatinosi (mucillagini) che nascono a mezz'acqua o sul fondo marino ma che tendono a risalire in superficie. Con il passare dei giorni questi aggregati subiscono un processo di invecchiamento, la comunità batterica al loro interno aumenta e risalendo in superficie inglobano microorganismi di tutti i tipi; tendenzialmente in questa fase il colore passa da biancastro a marroncino.

Anche le macroalghe e le fanerogame marine, che normalmente si accumulano sulla battigia, in condizione di variabilità della temperatura del mare e di intenso moto ondoso, possono formare delle schiume.

Pertanto, anche se tali schiume non risultano belle alla vista, il più delle volte sono un fenomeno di origine naturale.

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Sono pericolose le meduse che si trovano nel nostro mare? Come devo comportarmi se le incontro?

organismi mariniDurante tutto l’arco dell’anno le acque del golfo sono interessate dalla presenza di meduse che diminuiscono in numero durante i mesi invernali per poi aumentare in quelli primaverili ed estivi. 

In primavera e ad inizio estate si osservano le meduse del genere Aurelia ed Aequorea, poco urticanti ma che possono presentarsi in notevoli fioriture.

Il genere Rhizostoma, anch'esso poco urticante, è presente con individui isolati di grande dimensione nel periodo invernale e primaverile, per poi svilupparsi in fioriture più o meno estese nel periodo estivo.

Nelle acque del golfo si osservano più raramente anche le seguenti meduse: Cothyloriza tubercolataChrysaora hysoscellaPelagia noctiluca e la cubomedusa Carybdea marsupialis

Un altro organismo marino presente da qualche anno nelle acque marine e lagunari è lo Ctenoforo Mnemiopsis leidyi (noce di mare). Benché nelle sue dimensioni, forma e distribuzione nello strato superficiale del mare può ricordare la temuta Carybdea, non è assolutamente pericoloso per l'uomo in quanto, sprovvisto di tentacoli urticanti, un eventuale suo contatto con il derma umano non produce nessun tipo di lesione.

Come comportarsi e cosa fare in caso di punture di meduse (vademecum stilato da Enzo Berardesca, direttore dell’Unità operativa di Dermatologia clinica all’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma)

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In questo periodo il mare è più caldo rispetto agli anni scorsi?

TEMPERATURA_mare_2008-18Dagli anni ’90 ad oggi è stato registrato un generale aumento della temperatura delle acque del Golfo di Trieste. 

In particolare, l’aumento presenta una variabilità tra 0,16°C a 0,38°C per decennio ed è più evidente nel periodo estivo ed inizio autunno, interessando maggiormente gli strati superficiali ed intermedi della colonna d’acqua (Hypoxia and dissolved oxygen trends in the northeastern Adriatic Sea - Gulf of Trieste. M. Kralj et. Al. Deep-Sea Research Part II 164 (2019) 74–88). Questa tendenza è in linea con le osservazioni satellitari che mostrano, per il periodo 1982-2012, un riscaldamento di 0,35°C per decennio.


Considerando le temperature rilevate nelle masse d’acqua del Golfo di Trieste prossime al fondale marino, queste hanno evidenziato, nel periodo estivo dal 2010 al 2015, un aumento della temperatura di circa 2°C (passando da un valore medio di 18°C a 20°C).

Il riscaldamento del mare, associato ad altri fattori ambientali, come la diminuzione della quantità e della diversità dei popolamenti planctonici, la riduzione degli apporti fluviali e quindi dei sali nutritivi, gli episodi di carenza dell’ossigeno disciolto e la maggior frequenza di situazioni meteorologiche e oceanografiche particolarmente critiche, potrebbero alterare significativamente e in tempi brevi la produttività del nostro golfo.

In figura: Distribuzione della temperatura da gennaio 2008 a dicembre 2018 nella stazione P555 sita nell’area centrale del Golfo di Trieste. La linea rossa indica l’incremento della temperatura che è pari a 0.11°C all’anno.

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Per approfondire consulta il Rapporto sullo Stato dell'Ambiente in Friuli Venezia Giulia 2018.



ultimo aggiornamento: martedì 10 dicembre 2019