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La biodiversità viene definita come la ricchezza di vita sulla terra: piante, animali e microrganismi, geni che essi contengono, ecosistemi complessi che essi costituiscono nella biosfera, ...
La Convention on Biological Diversity (CBD), definita nelle sue linee guida nel corso del Summit mondiale tenutosi nel 1992 a Rio de Janeiro, definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, evidenziando che essa include la diversità a livello genetico, specifico ed ecosistemico. La biodiversità è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi (servizi ecosistemici) indispensabili per la sopravvivenza. La CBD ritiene prioritario l’obiettivo di conservazione della biodiversità e di uso sostenibile e durevole delle sue componenti, oltre che la ripartizione giusta ed equa dei vantaggi che ne derivano.
La definizione più ampiamente accettata di diversità biologica (o biodiversità) è stata proposta dall’Office of Technology Assessment del governo degli Stati Uniti nel 1987: “la diversità biologica comprende la varietà e la variabilità tra organismi viventi e complessi ecologici in cui essi vivono. La diversità può essere definita come il numero di elementi diversi e la loro frequenza relativa. Nella diversità biologica tali elementi sono organizzati in più livelli, dall’ecosistema in toto alle strutture chimiche che costituiscono le basi molecolari dell’ereditarietà. Il termine quindi comprende diversi ecosistemi, specie, geni e la loro abbondanza relativa”.
La biodiversità che si può ammirare oggi è il frutto di miliardi di anni di evoluzione, plasmata dai processi naturali e, ultimamente, sempre più influenzata dall’azione dell’uomo. Essa forma il tessuto della vita del quale l’uomo è parte integrante e dal quale l’uomo dipende in maniera imprescindibile.
La biodiversità viene comunemente descritta attraverso tre livelli gerarchici:
Secondo Ott (1999) ai tre livelli sopra descritti, andrebbe aggiunto un quarto livello con il quale descrivere la biodiversità:
Le risorse biologiche sono i pilastri sul quale costruire un mondo civilizzato e proprio per questo la protezione della biodiversità risulta essere di fondamentale importanza per l’uomo e per la vita del Pianeta.
I prodotti della natura, infatti, sono materie prime per molte industrie: da quella agricola a quella cosmetica, da quella farmaceutica a quella edile, a quella del trattamento dei rifiuti.
Ne consegue che una perdita di biodiversità, oltre a minacciare l’adeguato approvvigionamento di cibo per la popolazione mondiale sempre più in crescita, può portare ad una perdita delle risorse forestali e anche ad una crisi dell’industria farmaceutica, energetica e del settore del turismo.
Una perdita della diversità biologica può inoltre interferire con le essenziali funzioni ecologiche che mantengono i delicati equilibri tra gli ecosistemi.
Basta pensare ad alcuni dei servizi e delle funzioni che gli ecosistemi offrono all’uomo e al Pianeta in generale:
Quando si parla di perdita di biodiversità non bisogna solo pensare quindi all’estinzione a cui vanno incontro grandi animali come i panda, le tigri, gli elefanti, le balene, ma bisogna considerare anche la distruzione totale di ecosistemi o la loro frammentazione e degradazione (es. perdita di superfici forestali, di aree umide, di barriere coralline e di tanti altri ecosistemi la cui scomparsa risulta essere la minaccia più grave alla biodiversità mondiale).
La perdita di biodiversità, infatti, spesso riduce la produttività degli ecosistemi oltre che a destabilizzarli indebolendo la loro funzione di contenimento dei disastri naturali come le inondazioni, la siccità e gli uragani e di mitigazione dei danni provocati all’ambiente dall’uomo come l’inquinamento e le modificazioni al clima (SCBD, 2000).
Esistono diversi fattori di perdita di biodiversità:
Un articolo del 2010 sulla rivista scientifica Science rivela che gli indicatori dei principali fattori di pressione della biodiversità (la distruzione degli habitat, l’inquinamento da azoto dei suoli e delle acque, la diffusione delle specie aliene invasive, i cambiamenti climatici, il sovra-sfruttamento delle risorse naturali) hanno mantenuto la loro intensità o l’hanno addirittura aumentata.