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Il monossido di carbonio (CO)

Stato - logica DPSIR

Il monossido di carbonio (CO), noto anche ossido di carbonio è uno degli inquinanti atmosferici più diffusi.

E’ un gas tossico, incolore, inodore e insapore che viene prodotto ogni volta che una sostanza contenente carbonio brucia in maniera incompleta. E’ più leggero dell’aria e diffonde rapidamente negli ambienti.Come l’ anidride carbonica (CO2) deriva dall’ossidazione del carbonio in presenza di ossigeno.

La sua presenza è quindi legata ai processi di combustione che utilizzano combustibili organici. In ambito urbano la sorgente principale è rappresentata dal traffico veicolare per cui le concentrazioni più elevate si riscontrano nelle ore di punta del traffico.

Il principale apporto di questo gas (fino al 90% della produzione complessiva) è determinato dagli scarichi dei veicoli a benzina in condizioni tipiche di traffico urbano rallentato (motore al minimo, fasi di decelerazione, ecc.): per questi motivi viene riconosciuto come tracciante di inquinamento veicolare.Tra i motori degli autoveicoli, quelli a ciclo Diesel ne emettono quantità minime, in quanto la combustione del gasolio avviene in eccesso di aria.

Minore è il contributo delle emissioni delle centrali termoelettriche, degli impianti di riscaldamento domestico e degli inceneritori di rifiuti, dove la combustione avviene in condizioni migliori con formazione di anidride carbonica.

Altre sorgenti significative di CO sono le raffinerie di petrolio, gli impianti siderurgici e, più in generale, tutte le operazioni di saldatura.

E’ infine presente in concentrazioni significative nel fumo di sigaretta ed è un pericoloso inquinante prodotto nel corso di incendi.

E’ definito un inquinante primario a causa della sua lunga permanenza in atmosfera che può raggiungere i quattro - sei mesi e proprio per questo motivo può essere utilizzato come tracciante dell’andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo.

Mentre gli effetti sull’ambiente sono da ritenersi sostanzialmente scarsi o trascurabili, relativamente agli aspetti igienico-sanitari è da rimarcare l’elevata affinità (circa 240 volte superiore a quella per l’ossigeno) che questo gas dimostra nei confronti dell’emoglobina con formazione di un complesso estremamente stabile (carbossiemoglobina).

Considerando che l’emoglobina è la molecola organica deputata nell’uomo al trasporto dell’ossigeno ai vari organi e tessuti, è evidente come in presenza di elevate concentrazioni di CO, alcune fasce di popolazioni quali neonati, cardiopatici, asmatici e più in generale le persone anziane possano incorrere in alterazioni delle funzioni polmonari, cardiache e nervose, effetti questi conseguenti ad una verosimile azione tossica del composto sugli enzimi cellulari che inibiscono, per questa via, la respirazione.

Cefalea e vertigini sono generalmente riconosciuti come i primi sintomi di avvelenamento da tale composto chimico: ulteriori e successivi effetti fisiopatologici sono le alterazioni psicomotorie con diminuzione della vigilanza, dell’acuità visiva, della capacità di apprendimento e dell’esecuzione di test manuali.

Recenti studi epidemiologici hanno infine dimostrato l’associazione causale tra aumento delle concentrazioni di CO ed incremento della mortalità giornaliera totale, di quella specifica per malattie cardiovascolari e respiratorie a breve termine.

Ai sensi della normativa vigente (D.lgs 155/2010 e D.P.C.M. 28.03.1983, all.I tab.A) i valori limite per la protezione della salute umana sono rispettivamente: * 40 mg/m3 (concentrazione massima oraria); * 10 mg/m3 (concentrazione media massima trascinata sulle 8 ore).

 

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  1. Agenzia Americana per l'Ambiente: il Monossido di Carbonio
  2. Agenzia Europea per l'Ambiente: il Monossido di Carbonio 
  3. Wikipedia: il Monossido di Carbonio


ultimo aggiornamento: martedì 16 luglio 2019