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La combustione della legna

Pressioni - logica DPSIRAffrontando il problema del particolato atmosferico è stato oramai da più parti assodato come non si possa prescindere da una corretta valutazione del contributo associato alla combustione domestica della legna.

Il numero di abitazioni presenti sul territorio regionale rispetto al passato è aumentato. Si stima infatti che dal 2005 al 2010, in Friuli Venezia Giulia siano stati venduti dai 10000 ai 12000 apparecchi di riscaldamento a legna, dei quali circa il 60% con combustibile a pellet.

 

rsa2012_aria_scenari_emissivi_pm10(Figura 1: Variazione tendenziale delle emissioni di materiale particolato per gli anni 2015 e 2020 rispetto all'anno 2010. Le emissioni sono espresse in tonnellate/anno e sono suddivise nelle diverse categorie emissive, che vanno dalla produzione energetica, alla combustione domestica per arrivare ai trasporti stradali e via mare. Fonte: GAINS-Italia.)

 

 

 

 

 

E' ben documentato come i dispositivi a pellet e quelli a ciocchi di ultima generazione abbiano emissioni di materiale particolato (primario) molto inferiori a quelle delle più obsolete stufe o cucine economiche (gli sparghers o spolerts). Tuttavia queste emissioni sono più alte di quelle dei dispositivi a metano.

Inoltre tra le sostanze emesse dalla combustione della legna, in particolare quella a ciocchi, figurano anche gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA, sostanze riconosciute come cancerogene dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) tra i quali il benzo[a] pirene e le diossine.

Tutte queste sostanze sono solitamente emesse durante ogni tipo di combustione, ma in modo particolare dalla combustione di materiali solidi, a causa del ridotto rimescolamento che si ha tra la sostanza che brucia e l'ossigeno presente nell'aria.

A titolo di esempio, la combustione di un chilogrammo di legno secco (umidità inferiore al 15%) in una stufa tradizionale rilascia in atmosfera circa 4 grammi di polveri sottili, 5 milligrammi di IPA e 6 nanogrammi di diossine. Al contrario, la combustione di un metro-cubo di metano in una caldaia domestica, rilascia circa 0.007 grammi di materiale particolato, una quantità praticamente nulla di IPA e circa 0.06 nanogrammi di diossine.

Per rispettare gli stringenti limiti sul materiale particolato, imposti dalla Commissione Europea e recepiti dai singoli Stati a tutela della salute pubblica, è necessario affrontare la problematica di un'ulteriore riduzione delle emissioni vincolata all'incremento del numero di abitazioni con impianti a legna, che è una delle fonti rinnovabili maggiormente presente sul territorio regionale.

 

 

 

(Tabella: Dal 2005 al 2009 si stima che in Friuli Venezia Giulia siano stati venduti da 10.000 ai 12.000 nuovi impianti per la combustione domestica della legna, dei quali circa il 60% risulta funzionare a pellet e il 40% a ciocchi. A livello nazionale, invece, il numero di impianti domestici a legna prodotti nei diversi anni è distribuito come indicato nella tabella. Fonte: CECED-Italia, Associato a Conindustria.)

 

 

Tuttavia sia per l'aumento dei prezzi dei combustibili in generale che per le politiche comunitarie [1] di riduzione dalla dipendenza delle fonti energetiche fossili, è probabile aspettarsi nella nostra regione un ulteriore incremento della diffusione di impianti che utilizzano la combustione della legna.

Una recente campagna di misure condotta dall'Arpa FVG, nell'ambito del progetto europeo iMONITRAF! (link pagina progetto imonitraf progetti) ha evidenziato il contributo delle diverse sorgenti emissive alle polveri presenti nell'atmosfera del friuli venezia giulia, In questo modo si è stimato che la frazione di polveri prodotte dalla combustione della legna, nonché dai combustibili fossili, è dovuta alla formazione del particolato secondario cioè non da quello direttamente immesso in atmosfera, ma che si è formato nell'area a seguito di complesse reazioni chimiche. La figura qui sotto riportata mostra il contributo del carbonio organico associato alla legna sul totale dei componenti il particolato sospeso nell'aria con dimensioni inferiori ai 10 um.

 

 

rsa2012_aria_percentuale_sostanze_pm10(Figura 2: Peso percentuale delle diverse sostanze che compongono il materiale particolato (pm10). Questa analisi, effettuata nell'ambito del progetto europeo iMONITRAF!, è il risultato di una campagna di monitoraggio condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2011 in una stazione di fondo urbano a udine. Fonte: progetto EU iMONITRAF!.)

 

 

 

 

 

 

 

1.  Le biomasse come fonte energetica alternativa nel sito dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA)



ultimo aggiornamento: martedì 04 luglio 2017