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La combustione di biomasse all'aperto

Pressioni - logica DPSIR

Dal punto di vista della qualità dell'aria la combustione delle biomasse all'aperto è impattante per quanto riguarda le emissioni di materiale particolato e di composti organici volatili, tra i quali gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) come il benzo[a]pirene.

La causa di queste alte emissioni deriva, in particolare, dall'elevato rapporto tra il combustibile (la biomassa) e il comburente (l'ossigeno presente nell'aria), a sua volta dovuta al basso grado di miscelamento.

Molte delle sostanze rilasciate durante la combustione non vengono ossidate e vanno nell'atmosfera, alle volte ricondensando e dando origine a materiale particolato secondario.

Quindi ogni volta che, per motivi accidentali o deliberatamente, si accende un fuoco all'aperto, anche di sole sterpaglie, la qualità dell'aria peggiora per questo motivo è sconsigliato distruggere biomasse bruciandole, in particolare in quei periodi in cui l'atmosfera è stagnante.

Un caso studio esplicativo del problema è quello dei Fuochi Epifanici che tradizionalmente vengono accesi su tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia.

La precisa collocazione nel tempo e l'estensione spaziale del fenomeno hanno permesso di condurre degli studi attraverso i quali l'ARPA FVG ha messo in evidenza che la combustione di biomasse all'aperto contribuisce significativamente al peggioramento della qualità dell'aria.

 

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1.  Contributo della combustione di biomasse all'inquinamento nel sito dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA)



ultimo aggiornamento: venerdì 12 luglio 2019