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Anche se l’attenzione dei mezzi di informazione di massa su un problema ambientale non è alta, questo non significa che la questione sia risolta.
Uno di questi casi riguarda l’ozono stratosferico che alcuni decenni orsono ha iniziato a richiamare l’attenzione del pubblico in un crescendo continuo viste le conseguenze importanti che esso determina sugli ecosistemi, soprattutto alle medie e alte latitudini.
Da alcuni anni del “buco dell’ozono”[1] però non si fa un grande parlare, in quanto l’attenzione si è focalizzata sui cambiamenti cliamtici, in particolare sull’aumento della temperatura planetaria e relative conseguenze.
Tuttavia la concentrazione dell’ozono nella stratosfera deve continuare a destare interesse, in quanto il monitoraggio in continuo evidenzia che l’inizio di questa primavera è stato caratterizzato dai valori più bassi registrati negli ultimi decenni[2].
Ad ogni modo le azioni a livello internazionale (Protocollo di Montreal)[3], per cercare di contenere il problema, proseguono e i 197 stati, che vi aderiscono, si stanno impegnando per eliminare gradualmente la produzione e il consumo di sostanze che favoriscono il “buco dell’ozono”.
Va ricordato che la diminuzione dell’ozono stratosferico comporta un aumento della radiazione ultravioletta[4] che raggiunge il suolo, aumentando così il rischio di danni agli esseri viventi[5].
Riferimenti Bibliografici e sitografici
[2] CAMS tracks a record-breaking Arctic ozone hole
[5] Buco nell'ozono-Effetti sulla vita
Questa notizia viene pubblicata nell'ambito
dell'argomento annuale del "Green Deal"
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