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Quando si parla di cambiamenti climatici, è idea oramai consolidata che la specie umana ne è una delle concause ed è noto che la variazione del clima ha degli impatti sulle attività dell’uomo e sugli ecosistemi.
Questi due aspetti sono intimamente connessi in un sistema di azioni e retroazioni. Infatti se il modo di usare le risorse naturali induce variazioni climatiche, quest’ultime, impongono un adattamento comportamentale che, a sua volta, si riflette sul clima.
Su questa spirale di cause ed effetti [1] si basa il contrasto al riscaldamento globale in atto, per il quale vengono incentivati comportamenti ambientali virtuosi, come la riduzione della produzione di CO2, con costi importanti, auspicando producano gli effetti desiderati.
Queste considerazioni derivano da simulazioni numeriche realizzate tramite modelli che hanno diversi gradi di sviluppo ed interconnessione. Non esistendo un modello omnicomprensivo dell’intero sistema Terra, è possibile che gli scenari futuri proposti con approcci modellistici diversi non siano in accordo.
Recenti ricerche [2] in ambito economico sottolineano che è necessario affinare ulteriormente la modellistica dei costi sostenuti attualmente e quelli che verranno affrontati in futuro a causa dei cambiamenti climatici. Tali osservazioni sono indirizzate all’autorevole Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) i cui rapporti [3] sono considerati tra le fonti più attendibili sulle proiezioni del clima futuro e dei suoi impatti sull’uomo e sugli ecosistemi.
Secondo gli autori di un articolo scientifico pubblicato recentemente [2], nella modellistica degli impatti [4] è necessario includere anche le valutazioni di rischio finanziario che condizionano le scelte degli amministratori sui comportamenti da tenere per contrastare l’inquinamento ambientale.
Tenendo conto di questi aspetti, gli impatti del clima che cambia, sia sull’economia che sulla società, accelerano notevolmente se si superano determinate soglie (tipping point) con effetti ben diversi da quelli simulati fino ad oggi.
Decisamente si tratta di un argomento non semplice da trattare vista la sua complessità, di cui l’ARPA FVG ne ha consapevolezza, sperimentando direttamente la gran mole di lavoro e la cura che richiedono i periodici aggiornamenti dei modelli ambientali e del catasto delle emissioni in atmosfera a livello regionale [5].
Riferimenti bibliografici e sitografici
[1] Lo schema concettuale DPSIR
[3] I rapporti dell’IPCC sui cambiamenti climatici ed I loro impatti
[4] Il modello Dynamic Integrated Climate-Economy model
[5] Il catasto regionale delle emissioni in atmosfera
Questa notizia viene pubblicata nell'ambito delle iniziative: "SNSvS - Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile"
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ARPA FVG
CRMA - Centro Regionale di Modellistica Ambientale