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Programma di monitoraggio acque sotterranee

uomo_monitoraggioI corpi idrici sotterranei devono essere rappresentati da un numero congruo di stazioni (pozzi, piezometri o sorgenti). Con l’avvento del D.Lgs. 30/09 è stato codificato in ARPA FVG il Piano Monitoraggio Acque Sotterranee (PMAS), con la funzione di ricondurre l’attività istituzionale ordinaria di controllo a quanto disposto nella nuova normativa. Nel caso della nostra regione, la maggior parte delle stazioni appartengono alla rete “storica” di monitoraggio di classificazione delle acque sotterranee, in parte adattata e sottoposta a continuo aggiornamento. E’ di contestuale introduzione anche l’inserimento di tutti i corpi idrici montano-collinari, che ha comportato la ricerca, il censimento ed il campionamento di stazioni sufficientemente rappresentative di corpi geologici generalmente complessi.

Per valutare quindi la qualità delle acque sotterranee, ARPA FVG effettua sistematici prelievi e analisi in circa oltre 170 stazioni  (vedi mappa) che costituiscono la rete di monitoraggio della nostra regione.

Le conoscenze pregresse e le serie storiche (talvolta decennali) dei dati analitici consentono di valutare andamenti ed evoluzioni temporali della presenza di un parametro analitico, con ragionevole margine di incertezza. Sulla base delle informazioni storiche e delle serie analitiche disponibili, con riferimento alla individuazione dei Corpi Idrici Sotterranei, di concerto con il competente Servizio della Regione FVG, sono stati attribuiti i giudizi di corpi idrici a RISCHIO del NON raggiungimento /NON mantenimento degli obiettivi di qualità all’anno 2015. Viene contemplata quindi non solo la possibilità che il corpo idrico compromesso non venga risanato entro tale data attraverso opportune misure, ma anche che un corpo attualmente di buona qualità ma in sensibile peggioramento, possa nell’arco di qualche anno rientrare nel giudizio di qualità scarso.

I corpi idrici a rischio sono sottoposti ad monitoraggio definito “Operativo”, riguardante i parametri per cui il corpo è a rischio e che va ad intercalarsi come frequenza al monitoraggio ordinario, definito di “Sorveglianza”. Frequenze e parametri indagati non sono arbitrari, ma stabiliti negli allegati tecnici del D.Lgs 30/09

Oltre ai corpi definiti a rischio, con riguardo al “NON mantenimento” degli obiettivi di qualità, sono riportati i corpi idrici attualmente di buona qualità, che non presentano storicamente superamenti dei valori soglia, ma contigui o a valle di corpi di qualità scarsa e con valori medi di contaminanti piuttosto elevati o con trend crescenti.



ultimo aggiornamento: martedì 24 gennaio 2017