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Lo stato delle conoscenze

acque_fiumeLe acque sotterranee sono oggetto di varia normativa e l’attività di controllo può essere svolta con finalità diverse (uso potabile, qualità degli acquiferi, monitoraggio di siti contaminati, discariche, ecc.). Queste normative fanno riferimento a loro volta a parametri con relativi valori di concentrazioni tabellati, generalmente coerenti ma non sempre sovrapponibili.

La qualità ambientale delle acque sotterranee, sulla base della normativa specifica di settore viene monitorata da diversi anni attraverso una vasta rete regionale di campionamento, sviluppata prima dai PMP (i Presidi Multizonali di Prevenzione afferenti alle USL) e dal 1999 dai Dipartimenti Provinciali dell’ARPA FVG, su una rete di oltre 200 pozzi, distribuiti sulla pianura; negli ultimi decenni sono stati rilevati diversi episodi di contaminazione, alcuni tuttora in atto, dovuti a rilasci di sostanze inquinanti provenienti da diverse attività (agricoltura, industria, smaltimento rifiuti, ecc.). La notevole mole di dati analitici prodotta, ha consentito di ricostruire caratteristiche e criticità degli acquiferi regionali.

Con riferimento agli inquinamenti di tipo diffuso (non imputabile ad una singola origine), la concentrazione di nitrati presenti nelle acque sotterranee supera sporadicamente e in pochi casi il limite sanitario dei 50 mg/l, mentre molto ampia è la distribuzione di concentrazioni superiori a 25 mg/l, soprattutto negli acquiferi più superficiali; di un certo rilievo è il trend di incremento di nitrati negli strati più profondi di aree vulnerate. È rilevante, inoltre, l’apporto di nitrati nei corpi idrici superficiali alimentati dal riaffioramento delle falde freatiche in prossimità della fascia delle risorgive.

Per quanto riguarda i residui di prodotti fitosanitari, a distanza di molti anni dal divieto d’utilizzo dell’atrazina, i suoi prodotti di degradazione (metaboliti) sono tuttora presenti nelle falde di vaste aree della pianura anche in profondità, mentre la terbutilazina e suoi metaboliti, di utilizzo più recente, interessa territori più limitati.

Con riferimento agli inquinamenti di tipo localizzato o puntuale (attribuibile cioè ad uno o più eventi circoscrivibili), in genere di origine industriale, si rileva la persistente situazione (per quanto con concentrazioni in costante decremento) di plume (parte di un acquifero sotterraneo che trasporta elementi inquinanti) contaminati da solventi organici clorurati nell’area centro-occidentale pordenonese (vedi pubblicazione dell'azienda sanitaria), e da solventi organici clorurati e cromo esavalente, nell’area industriale a sud di Udine.

La tutela delle acque sotterranee costituisce un elemento fondamentale della normativa nazionale in materia di tutela ambientale (D.Lgs. 152/2006), che prevede la valutazione dello stato di qualità degli acquiferi, al fine di stabilire le politiche di protezione di questa preziosa risorsa naturale ed individuare gli opportuni interventi di risanamento e di tutela qualora il buono stato di qualità previsto per il 2015 sia già presente.

Vedi la normativa specifica sulle acque sotterranee



ultimo aggiornamento: lunedì 27 febbraio 2017