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Il trasporto a lunga distanza dei pollini: il caso di Ambrosia artemisiifolia

ambrosiaAmbrosia artemisiifolia torna a far parlare di sé in questi giorni di fine estate. Nel pieno della fioritura, è abbondante nella pianura Padana, mentre in centro Italia si riscontra raramente.
Un improvviso aumento dei suoi pollini in aria è stato subito notato dai biologi delle ARPA della Toscana e dell’Umbria, ed è iniziata la ricerca delle cause.


Ambrosia è una pianta infestante e pioniera; questa caratteristica favorisce il suo insediamento in aree dove la vegetazione originaria è stata rimossa, lasciando zone incolte, come margini di campi, bordi stradali, sedi ferroviarie, cantieri edili e aree abbandonate in genere.
E’ una pianta altamente allergenica, sulla quale si concentrano gli studi di botanici ed allergologi.
Si è stimato che una sola pianta di Ambrosia nel periodo di pollinazione, ovvero tra fine luglio ed ottobre, può produrre più di un miliardo di pollini.


In Europa il bacino danubiano tra Pannonia e Serbia risulta particolarmente infestato da Ambrosia, ed è possibile che lo spostamento di grandi masse d’aria da quelle regioni verso la nostra penisola porti con sé anche un notevole carico di pollini.

 

grafico ambrosiaNel corso del monitoraggio aerobiologico effettuato routinariamente dalle ARPA delle regioni Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria e Toscana  si è evidenziato effettivamente, nella giornata del 10 settembre 2015, un aumento anomalo del polline di Ambrosia (come riporta il grafico a lato), associato alla presenza di venti da est.


L’innalzamento improvviso e temporaneo di concentrazioni di Ambrosia è stato notato in particolare in regioni come Toscana e Umbria, dove la presenza di questa pianta e dei suoi pollini è ancora scarsa. Una consultazione dei dati del centro-nord Italia ha confermato la presenza di picchi giornalieri presso singole postazioni di rilevamento, soprattutto quelle situate sul litorale nord adriatico: da Lignano Sabbiadoro a Rimini, ed all’interno del territorio, da Pordenone a Terni.


Particolarmente alte si sono rivelate le concentrazioni di Perugia, Rimini e Lignano Sabbiadoro. Nei giorni successivi questa ondata sparisce per ritornare alle concentrazioni normali.

 

mappe ambrosiaIl fenomeno dell’infestazione e diffusione di Ambrosia artemisiifolia si conferma pertanto su scala europea. Le mappe a lato riportano le possibili traiettorie dei pollini di Ambrosia dall’area nel nord dei Balcani alle stazioni, rispettivamente, di Pistoia, Perugia e Lignano Sabbiadoro, il 10 settembre 2015.


Il Centro interdipartimentale di Bioclimatologia dell’Università degli Studi di Firenze (CIBIC), che da anni collabora con ARPAT, ha elaborato un modello per rappresentare il fenomeno del trasporto di pollini di piccole dimensioni, come quello di Ambrosia, mediante lo spostamento di grandi masse d’aria attraverso l’Europa.


Questi fenomeni erano già conosciuti dagli anni 2002 e 2004, quando presso la postazione di Pistoia si sono rilevati picchi di concentrazione analoghi a quelli misurati lo scorso 10 settembre, ed era stata ipotizzata la probabile area di provenienza di tali pollini e il probabile percorso effettuato per giungere in Toscana (Cecchi et al., 2006,Cecchi et al., 2007).


In particolare, si identificò come possibile fonte di tali pollini un’area nel nord dei Balcani, zona particolarmente ricca di piante di Ambrosia. Non appena cessò il flusso d’aria proveniente da tali aree, infatti, si instaurò una condizione di scarsa circolazione e il picco si ridusse drasticamente sino a scomparire nei giorni seguenti.


Questi eventi confermano l’importanza sia del monitoraggio aerobiologico, sia dell’utilizzo dei modelli previsionali che analizzano i movimenti delle masse d’aria responsabili del trasporto dei pollini anche da aree extraregionali o extranazionali.



 

Mappe fornite da NOAA-CIRES Climate Diagnostics Center, Boulder, CO (Hysplit Model).
In collaborazione con il Centro di Bioclimatologia dell’Università degli Studi di Firenze (CIBIC).
Dati condivisi dal sevizio di monitoraggio aerobiologico delle ARPA Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria.



ultimo aggiornamento: martedì 22 settembre 2015