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Massiva presenza della medusa "Polmone di mare" nelle acque del Golfo di Trieste

09/04/2021
Massiva presenza della medusa Rhizostoma pulmo nelle acque del Golfo di Trieste

Nei giorni 6 e 7 aprile le acque del Golfo di Trieste sono state interessate da una massiva e anomala presenza della medusa "Polmone di mare" (Rhizostoma pulmo). La presenza di questa medusa, nelle acque del Golfo di Trieste, è stata già rilevata nel mese di marzo grazie ai monitoraggi istituzionali effettuati dai tecnici dell’Arpa FVG, seguendo le metodiche previste dalle direttive nazionali ed comunitarie. Una abbondanza degna di nota fu osservata anche nel mese di gennaio soprattutto nell’area centro-orientale del golfo in prossimità della città di Trieste, quando erano presenti anche diversi esemplari giovanili.

In particolare, la situazione meteorologica ed oceanografica instauratasi nei giorni a cavallo tra marzo e aprile è stata caratterizzata, da:
-    temperature dell’aria particolarmente miti (18-22°C) nelle ore centrali della giornata ed una temperatura della superficie del mare tra 12 e 14°C,
-    venti relativamente deboli,
-    una scarsa circolazione delle masse d’acqua del golfo,
-    un relativo aumento delle acque dolci di origine fluviale con conseguente apporto di sali nutritivi,
-    la presenza di abbondante fitoplancton nelle acque della rada di Trieste.

Nei giorni successivi, forti venti dal quadrante orientale hanno repentinamente modificato la circolazione delle masse d’acqua innescando la loro fuoriuscita lungo la costa occidentale e di conseguenza favorendo  l’ingressione lungo quella orientale. Le ore centrali del 7 di aprile sono state, invece, caratterizzate da venti provenienti dal quarto quadrante (da Ovest e da Nord) di media intensità.

E’ verosimile che questo scenario meteo-marino sia risultato favorevole allo sviluppo di questa specie nelle acque del golfo, nonché dell’ingresso massivo degli esemplari già presenti probabilmente lungo la costa istriana.
Il successivo vento da Nord e da Ovest, l'azione delle correnti marine e la probabile risalita di acque più profonde verso il litorale triestino (fenomeno di upwelling) hanno poi convogliato le meduse in prossimità della rada di Trieste con massimi nei pressi delle rive cittadine.

 

Le meduse hanno da sempre popolato le acque dell’Alto Adriatico e del Golfo di Trieste in quanto riserva abbondante di cibo, negli anni ottanta si ricordano le notevoli sciamature della ben più urticante medusa Pelagia noctilucaNell’ultimo ventennio la presenza di meduse nel golfo è stata sostanzialmente caratterizzata da Rhizostoma e Aurelia, considerate come non pericolose per la balneazione. Negli ultimi anni è stata osservata però anche la presenza della cubomedusa urticante Carybdea marsupialis e dello ctenoforo invasivo Mnemiopsis leidyi, meglio conosciuto come noce di mare.

L’eccessiva proliferazione di questi organismi è tendenzialmente imputabile alle modificazioni indotte dall’uomo sull’ecosistema marino. A causa del cambiamento climatico, le acque del golfo di Trieste stanno mostrando per i mesi invernali un aumento della temperatura in prossimità del fondale marino, tra -15 e -25 metri, di circa 0,1 °C all’anno, aumento che può favorire lo sviluppo delle meduse anche in questo periodo dell’anno. La netta diminuzione delle risorse ittiche, a causa della sovrapesca in tutto il mondo, sta liberando sempre più una nicchia ecologica favorevole alla proliferazione delle meduse che si cibano di zoo e fitoplancton.

Una nota positiva è determinata dal fatto che si sta verificando un incremento anche di specie medusofaghe, ovvero che si cibano di meduse e altri organismi gelatinosi, quali le tartarughe marine e il pesce luna (Mola mola). La presenza, infine, di manufatti come moli, dighe frangiflutto e scogliere sommerse a difesa di condotte sottomarine, posso favorire il peculiare ciclo di vita delle meduse, facilitando l’insediamento della fase polipoide di questi organismi. Le meduse sono annoverate tra gli animali più antichi del pianeta, se sono sopravvissute per milioni di anni fino ai giorni nostri, è proprio grazie alla loro estrema capacità di adattamento in un mare che sta sempre più evolvendo, sotto la spinta delle pressioni ambientali causate dall’attività umana.

 

Approfondimenti sull’argomento al link:
http://www.arpa.fvg.it/cms/tema/acqua/acque-marino-costiere-e-lagunari/FAQ/FAQ.html#ancora1