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La contaminazione nell’area attorno alla centrale A2A di Monfalcone, verificata attraverso l’analisi dei licheni, non è nel suo complesso elevata, con valori medi di naturalità alta o molto alta.
Solo in due delle 44 Unità di campionamento in cui è stata suddivisa l’area, i massimi assoluti di quattro metalli rientrano nelle classi di alterazione da media ad alta.La distribuzione della presenza di questi metalli conferma l’ipotesi che la causa siano le emissioni della centrale A2A, anche se è probabile che altre attività produttive presenti nel territorio siano di fatto sorgenti importanti per molti altri metalli.
Sono queste le conclusioni dello studio “Biomonitoraggio di elementi in traccia mediante licheni nel territorio di Monfalcone” che l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito ha promosso nell’ambito di una convenzione fra Arpa FVG e il dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste.
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