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Riflessioni sullo studio epidemiologico-ambientale a Monfalcone

21/03/2016

Lo studio epidemiologico-ambientale su tumori e inquinamento atmosferico condotto dall’Osservatorio Ambiente e Salute (OAS) nel Monfalconese e presentato il 2 marzo, continua a suscitare un vivace dibattito nella Città dei Cantieri. Negli ultimi giorni , infatti, esponenti politici locali e rappresentanti dei comitati cittadini di Monfalcone hanno posto alcune importanti domande, formulando altresì puntuali richieste riferite ai futuri approfondimenti ed alle prossime indagini.

A questo proposito l’Osservazione Ambiente e Salute ritiene utile intervenire con alcune precisazioni, utili anche a comprendere compiutamente la portata di quanto è stato realizzato fino ad oggi dalle Istituzioni per analizzare e comprendere la situazione ambientale e sanitaria dell'area.

Lo studio epidemiologico realizzato dall'Osservatorio si colloca in un ampio ed articolato quadro di studi e ricerche, sviluppate con intensità crescente negli ultimi due anni, che per la prima volta hanno iniziato ad affrontare organicamente il tema della comprensione dei fenomeni di inquinamento locale e dei loro possibili impatti sulla salute, facendo tra l'altro di questa porzione del territorio regionale quella in assoluto più monitorata ed indagata dell'intero Friuli Venezia Giulia.

Regione, ARPA, Sistema Sanitario Regionale e Università hanno realizzato sul Monfalconese, a partire dal 2013: campagne di monitoraggio metalli, misure per valutare l’impatto sulla qualità dell’aria della Centrale A2A, confrontando i valori a centrale accesa e a centrale spenta, una campagna di biomonitoraggio sui licheni, due studi di qualità dell’aria, la georeferenziazione dell’anagrafe degli assistiti (in collaborazione con 14 comuni del Goriziano), lo sviluppo di strumenti di modellistica ambientale con approccio avanzato (source apportionment), nonché uno studio epidemiologico sull’incidenza dei tumori nelle donne della Provincia di Gorizia.

In questo quadro di ricerche ed approfondimenti successivi, lo studio epidemiologico-ambientale costituisce un ulteriore avanzamento. Per la prima volta, è stato infatti analizzato il quadro delle patologie oncologiche del Monfalconese, correlandole all'inquinamento atmosferico. Ciò è stato fatto prendendo a base l’ultimo dato disponibile del Registro Tumori, che è riferito al 2009.

Nella presentazione, il dott. Diego Serraino del CRO di Aviano, coordinatore del gruppo di lavoro dell’OAS per questa specifica indagine, ha giustamente messo in evidenza come lo studio sia stato effettuato utilizzando metodi scientifici avanzati ed accreditati a livello internazionale, in quanto riferiti agli standard dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). È per questo motivo che sono state indagate le tipologie di tumore che nella letteratura scientifica presentano correlazione certa o possibile con l’inquinamento atmosferico, così come è stato certificato nel 2013 dalla stessa IARC.

La validità dei metodi utilizzati e dei risultati ottenuti ha già consentito l’accettazione del lavoro al Convegno annuale dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori; inoltre, il lavoro sarà sottoposto a verifica per la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica internazionale.

Nel corso della presentazione dello studio, è stato anche opportunamente precisato che, per la prima volta nella storia della nostra Regione, sono state utilizzate tecniche di spazializzazione del dato ambientale opportunatamente correlato con dati sanitari georiferiti; ciò ha consentito di produrre analisi e valutazioni che non erano mai state condotte sull’incidenza di alcuni tumori nell’area presa in esame.

L’Osservatorio è dunque soddisfatto d’aver apportato alla questione un contributo scientificamente avanzato, assolutamente innovativo e che fino ad oggi non era disponibile.

Ciò nondimeno, l’impegno dell'Osservatorio e delle Istituzioni non si interrompe qui. L’indagine presentata il 2 marzo è infatti la prima parte di uno studio epidemiologico-ambientale ancor più ampio, che mira ad approfondire anche altre relazioni tra inquinamento e salute e che si concluderà a breve. Inoltre, i risultati ottenuti in questo studio sono anche la base conoscitiva essenziale per procedere con ulteriori approfondimenti, già programmati o in fase di valutazione, che includono anche quelli reclamati da Comitati ed esponenti politici locali.

Nei prossimi mesi sarà presentato lo studio sull’infarto acuto del miocardio e sulle interruzioni spontanee di gravidanza; mentre nelle prossime settimane verrà dato avvio a un monitoraggio biologico umano che prevede le analisi di diversi microinquinanti presenti nella popolazione residente, mettendo altresì i valori rilevati in relazione con quelli misurati in atmosfera.

Il Comitato Scientifico dell’OAS, anche considerando il tempo di latenza delle neoplasie, ha inoltre già individuato ulteriori ambiti di approfondimento, che saranno esplorati nel 2016 e che nell'insieme sono riferibili alle pressioni ambientali del passato. Parliamo di nuove elaborazioni che ricostruiranno situazioni "storiche" di inquinamento, con l'applicazione di modelli di dispersione degli inquinanti rappresentativi di diversi sistemi gestionali delle fonti emissive, compresi diversi modelli di ricaduta a terra; così come di nuove campagne di biomonitoraggio lichenico; o infine della possibilità di approfondire le conoscenze su specifici microinquinanti, intesi anche come traccianti di particolari attività produttive.

Ma v'è di più. Accanto a tutte queste indagini - che, per quanto sempre più sofisticate, sono sempre di tipo “retrospettivo”, cioè finalizzate a comprendere gli effetti attuali di eventi passati - l’Osservatorio lavorerà sempre più per stimare le conseguenze future sulla salute umana di determinate situazioni ambientali (health impact assessment e risk assessment), spostando così l’attenzione da quello che è già accaduto a ciò che si sta verificando o si potrà verificare. Ciò al fine di stabilire se effettivamente insistano su un territorio fattori di rischio, per consentire al decisore d’adottare corretti interventi di tutela dell’ambiente e della salute.

Tutte queste indagini sono oggi possibili grazie agli strumenti messi a punto nell'ultimo anno di lavoro da parte dei professionisti dell'Osservatorio.

In sintesi, dunque, realizzare lo studio epidemiologico-ambientale su Monfalcone è stato un lavoro molto complesso, innovativo e di elevato significato scientifico, oltre che  l’avvio di un percorso ancora più ricco ed approfondito. Risposte ancor più complete ed esaustive si potranno avere alla fine di questo percorso. Ben vengano pertanto osservazioni e contributi, se sono di aiuto per fare chiarezza e da stimolo per migliorare.