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Osservatorio Ambiente e Salute: presentata l'indagine epidemiologica su Monfalcone

03/03/2016

È stata presentato ieri a Monfalcone, alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito e dell’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, l’attesa prima parte dell’indagine epidemiologico-ambientale sull’area monfalconese (“Indagine epidemiologica ambientale Monfalconese. Tumori e Ambiente: analisi dati relativi a inquinamento atmosferico e tumori nel Monfalconese, 1995-2009”) commissionata dalla Regione Friuli Venezia Giulia all’Osservatorio Ambiente e Salute (Oas) costituito presso l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente).

L’indagine, che s’inserisce in un ampio quadro di studi e ricerche che la Regione ha voluto sviluppare sull’inquinamento atmosferico nel Monfalconese e sui suoi possibili effetti sanitari, aveva l’obiettivo prioritario di comprendere se sia stata presente nell’area di studio una fonte emissiva principale con impatti significativi sull’ambiente e sulla salute, in particolare per valutare l’insorgenza di malattie neoplastiche (tumori).

Lo studio, coordinato dal dott. Diego Serraino del Cro di Aviano, ha visto il coinvolgimento delle migliori professionalità del Sistema sanitario regionale e di Arpa, ed è stato realizzato con un approccio innovativo che, per la prima volta nella nostra Regione, ha messo puntualmente in relazione dati ambientali e dati sanitari, producendo un approfondito quadro di analisi e di valutazioni.

La ricerca è stata effettuata incrociando le serie storiche di dati ambientali di Arpa con i dati presenti nei registri di patologia della popolazione, tra cui, per questa analisi, il Registro tumori del FVG.

In particolare, l’indagine ha valutato l’incidenza dei tumori nell’area presa in esame, con riferimento alla concentrazione in atmosfera di specifici macroinquinanti (benzene, PM10, biossidi di azoto e biossidi di zolfo), tipici delle sorgenti di inquinamento presenti nell’area (traffico veicolare, sistemi di riscaldamento, centrale termoelettrica, porto e aeroporto, altre industrie).

Sono state indagate tutte le tipologie di tumore che presentano correlazione certa (polmone), molto probabile (vescica), o presunta (linfomi, leucemie e tumori del tessuto connettivo) con l’inquinamento atmosferico, così come certificato dalla Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) nel 2013.

Sono stati valutati i dati sanitari della popolazione residente nel territorio monfalconese tra il 1995 e il 2009, dati che sono stati correlati all’esposizione agli inquinanti riferita ai dati ambientali del 1998, considerato quale anno di riferimento per lo studio delle neoplasie, il cui manifestarsi richiede com’è noto lunghi tempi di latenza.

L’indagine ha rilevato che tra il 1995 e il 2009 non è stato evidenziato alcun aumento di rischio di tumore per gli uomini, per nessuna delle forme neoplastiche considerate; solo nella popolazione di sesso femminile, è stato evidenziato un aumento statisticamente significativo – pari a un eccesso di trenta casi nei 15 anni oggetto dello studio (2 casi/anno) – per il rischio di tumore della vescica, in ciò confermando il risultato del recente studio dell’Università di Udine (prof. Fabio Barbone) sullo stato di salute per tumori delle donne isontine.

Dalla ricerca, che ha messo in evidenza i contributi degli inquinanti prodotti dalle varie sorgenti emissive presenti nel Monfalconese, non sono emerse evidenze di un effetto significativo sulla diffusione dei tumori delle emissioni della centrale termoelettrica di A2A. I modelli di dispersione, calcolati per i soli quattro macroinquinanti, indicano invece complessivamente il traffico veicolare come maggiore fonte di inquinante disperso in atmosfera; è possibile quindi avanzare l’ipotesi che, tra i rischi ambientali, sia proprio il traffico veicolare ad avere un ruolo preminente nell’eccesso di tumori alla vescica nelle donne del Monfalconese.

L’indagine epidemiologico-ambientale dell’Osservatorio Ambiente e Salute proseguirà ora con una seconda fase, coordinata dal Prof. Barbone, in cui sarà valutata l’eventuale relazione tra insorgenza di infarto miocardico acuto o aborti spontanei ed esposizione ai quattro principali macroinquinanti. Anche considerato quanto emerso in questo primo studio, l’attenzione sarà orientata a comprendere in modo più dettagliato l’impatto del traffico veicolare, approfondendo altresì tutte le altre fonti di potenziale inquinamento, anche con l’avvio di approfondimenti per aumentare la conoscenza dello stato dell’ambiente nel recente passato.

Nel corso del 2016 sarà inoltre sviluppata un’importante campagna di biomonitoraggio per valutare la presenza di metalli nelle urine dei residenti, anche in relazione a picchi di inquinamento atmosferico, per valutare l’effettiva ricaduta degli inquinanti in termini di assorbimento da parte della popolazione.

Questa strategia permette di programmare interventi di riduzione degli inquinanti attraverso scelte mirate di pianificazione, che hanno per obiettivo primario la salute dei cittadini e la corretta gestione dei sistemi

L’Osservatorio Ambiente e Salute è stato costituito nel marzo 2014 presso ARPA FVG con lo scopo di effettuare analisi epidemiologico-ambientali. Al suo interno operano congiuntamente esperti dell’Irccs Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, delle Università del FVG, della direzione centrale Salute della Regione e dell’Arpa.

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