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Acqua è salute: cosa sappiamo del rischio amianto?

04/04/2016

Le più recenti indagini sulla presenza di fibre di amianto nelle acque potabili sono rassicuranti e ci consentono di affermare che non ci sono al momento rischi connessi all’utilizzo delle acque degli acquedotti del Friuli Venezia Giulia, anche in presenza di tratti di condutture in cemento-amianto. E’ quanto è emerso nel corso della Tavola rotonda “Acqua è salute: cosa sappiamo del rischio amianto?” che si è tenuta il 2 aprile nella sala Del Bianco del Comune di Staranzano. L’incontro è stato organizzato dalla Scuola Provinciale dell’Acqua, da AdriaticGreeNet e dal Comune di Staranzano con il sostegno della Regione FVG e della Provincia di Gorizia, allo scopo di fornire nuovi aggiornamenti sulla presenza di fibre di amianto nelle acque potabili e sugli eventuali rischi correlati.

Nel corso dell’incontro è stato ricordato che sia a livello nazionale che internazionale non sono previsti dei limiti sulla presenza di fibre di amianto nelle acque potabili. E’ tuttavia opportuno  mantenere alta l’attenzione, se non altro per le preoccupazioni associate alla presenza di questo minerale in maufatti di uso comune.

I risultati dei monitoraggi effettuati da ARPA nel 2005 sono stati illustrati da Glauco Spanghero e sono tranquillizzanti: dei 21 campioni analizzati solo in 2 campioni sono state trovate tracce di fibre di amianto. I monitoraggi verranno tuttavia ripresi nel corso di quest’anno e confrontati con quelli precedenti. Nelle zone monitorate, anche in presenza di condutture in cemento-amianto, la dispersione di fibre del minerale è nulla o molto contenuta. Una spiegazione di ciò è stata data da Fiorella Belpoggi, direttore dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che ha sostenuto che in presenza di acque tendenzialmente calcaree, come quelle presenti in Provincia di Gorizia, si formano dei depositi calcarei nelle condutture di cemento-amianto, formando un manicotto protettivo che impedisce la diffusione delle fibre nell’acqua.

In regione, inoltre sono già stati attuati degli interventi per ridurre le condutture in cemento–amianto. Un esempio è stato illustrato da Mirio Bolzan, amministratore unico di IrisAcqua, che ha descritto la situazione in Provincia di Gorizia: dei circa 1.000 km di condutture per la distribuzione dell’acqua, circa 300 km erano in cemento-amianto; di questi ultimi, circa un terzo sono già stati sostituiti e ci sono già dei piani operativi per la sostituzione di un’ulteriore quota.

Per Belpoggi la sostituzione non va fatta asportando la conduttura in cemento-amianto con successivo smaltimento in discarica, ma è più razionale creare una nuova rete di distribuzione con materiale inerte lasciando il vecchio manufatto nel terreno.

All’incontro ha partecipato anche l’assessore regionale all’ambiente, Sara Vito, che ha ricordato le azioni che l’amministrazione regionale ha attuato per contenere il rischio amianto e avviare una capillare attività di bonifica. Vito ha tra l’altro ricordato il prossimo avvio di una campagna di telerilevamento multispettrale che Arpa andrà a realizzare nel mese di aprile in collaborazione con la Capitaneria di Porto-Guardia Costiera, al fine di ottenere una mappa aggiornata delle superfici con coperture (tetti) contenenti amianto.