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ARPA FVG, tra continuità e innovazione - Intervista al Direttore Luca Marchesi

2015_03_12_comitati_monfalcone_arpa_2_wPalmanova, febbraio 2016 

Poco più di un anno fa, era il 2 gennaio 2015, Luca Marchesi si è insediato alla guida di ARPA FVG, con un mandato molto chiaro: costruire un'Agenzia eccellente e protagonista, aperta all’innovazione, ripensandone il modello organizzativo per adeguarlo alle nuove necessità del territorio regionale e migliorando efficienza, efficacia e qualità dell’azione.

A un anno dall’insediamento, i tempi sono maturi per un primo parziale bilancio. I risultati, riassunti nella seguente intervista, sono notevoli: in un anno l'Agenzia per l'ambiente ha fatto un "rapido cambio di passo", ridefinendo la sua mission e avviando un piano strategico di sviluppo.

Questi i punti del dialogo con Marchesi.

 

Quale Arpa ha trovato al suo arrivo? Quali i punti di forza e di debolezza?

Ho trovato un’Agenzia con grandissime potenzialità, anche se in buona parte inespresse; un’Agenzia “ferma” da troppo tempo, come un’auto da corsa parcheggiata in garage... Ho avvertito subito che per ottenere un rapido cambio di passo fosse sufficiente “liberare” le energie positive presenti in ARPA, che ha ottimi professionisti, con alcune eccellenze di assoluto livello nazionale e internazionale.

In questo contesto abbiamo condiviso con la Giunta regionale - in particolare con l'assessore all'ambiente Sara Vito - l’opportunità  di intervenire a trecentosessanta gradi e abbiamo costruito un vero e proprio “Piano strategico di sviluppo” triennale, che ha ridefinito la mission e la vision dell’ente.

Fin da subito, abbiamo seguito alcune direttrici principali: riorganizzare le strutture secondo centri regionali di competenza, per armonizzare comportamenti e prestazioni; rinnovare il personale e in particolare la dirigenza; aprire l’Organizzazione all’esterno, per creare sinergie con altri soggetti pubblici e privati, col mondo della Università e della Ricerca; potenziare l’area della comunicazione, per valorizzare il lavoro svolto; dare un nuovo impulso per la realizzazione del Laboratorio unico, per ragioni di efficienza, economicità e soprattutto qualità.

 

Cosa è stato fatto nel primo anno? Partiamo dall’organizzazione aziendale e dalle strutture

riorganizzazione-aziendale0649Quando mi sono insediato, la struttura organizzativa, vecchia di 7 anni, era disegnata su una rigida divisione provinciale, non più adeguata e per certi versi inefficace per una regione con poco più di 1,2 milione di abitanti e che può essere approssimativamente inscritta in raggio di appena 60 km. In tempi molto rapidi è stata data forma a un nuovo modello organizzativo, superando la precedente “organizzazione a matrice” e proponendo una nuova “organizzazione divisionale” in cui le funzioni sono assegnate a gruppi di lavoro regionali ad alta specializzazione. Questa scelta si è resa necessaria soprattutto per armonizzare i comportamenti, migliorare l'efficienza e innalzare la qualità della risposta, utilizzando le risorse e le diverse professionalità dell’Agenzia “a rete”. Ciò è stato preceduto da una fase di ascolto e di partecipazione sia dei dipendenti, sia delle comunità locali. Nella nuova organizzazione la governance è accentrata, ma è rimasta invariata la presenza del personale sul territorio, a garanzia della capacità e tempestività di intervento e risposta.

Debbo dire che la necessità di arrivare finalmente ad una agenzia “regionale”, con comportamenti e servizi omogenei in tutti i territori, era fortemente sentita all’interno (dai collaboratori), come all’esterno (da Imprese, Enti locali e cittadini). Con il nuovo modello organizzativo, abbiamo dato una risposta a questo bisogno.

Per quanto riguarda gli immobili è stato dato avvio sia al piano di dismissione delle sedi in affitto, sia al piano di ristrutturazione delle sedi più obsolete per adeguarle alle norme di legge.

Complessivamente nel 2015 la spesa per gli affitti è calata del 35% rispetto al 2014 ed è previsto un ulteriore consistente calo nel corso del 2016. Nei laboratori è stato avviato un piano di investimenti, di rinnovo e sostituzione della strumentazione per complessivi 700.000 €.

 

Quale politica del personale ha attuato?

DSC_6151_rMentre disegnavamo la nuova struttura, abbiamo dato avvio a un processo di profondo rinnovamento anche dal punto di vista del personale. I dati di partenza erano questi: solo il 9% del personale con qualifica dirigenziale (un buon dato, una percentuale di molto inferiore a quella delle altre ARPA italiane); il 57% del personale laureato, con un ampio ventaglio di competenze; ma anche più del 70% dei dipendenti con età superiore ai 50 anni, che per un’Agenzia operativa che svolge attività “di campo” H24 e 365 gg/anno può diventare in prospettiva un problema.

In questo contesto abbiamo innanzitutto attuato una accentuata rotazione e un profondo rinnovamento dei quadri direttivi. L’80% dei dirigenti è stato assegnato a nuovo incarico; ciò soprattutto per efficientare e armonizzare la struttura organizzativa, prima ancora che per attuare la nuova normativa anticorruzione. Sempre per la dirigenza, è stato avviato un ambizioso piano di rinnovamento tramite 3 nuovi concorsi, le cui graduatorie resteranno aperte per le future necessità.

Per quanto riguarda il personale non dirigenziale, sono state progressivamente stabilizzate tutte le posizioni a tempo determinato, con l’assunzione definitiva di 10 nuovi collaboratori; sono state inoltre assunte per mobilità alcune figure mancanti ed è stato bandito un ulteriore concorso pubblico per l’acquisizione di nuove professionalità.

Ma un’Organizzazione cresce e migliora solo se sa “progettare” il suo futuro. Abbiamo quindi investito nella formazione, intesa sotto due punti di vista: formazione per efficientare la struttura nel suo insieme, affinché il personale operi in modo sinergico, e formazione tecnica specifica, per acquisire nuove competenze. Tra gli eventi di formazione mi preme molto ricordare i momenti di aggiornamento organizzati, a costo zero, con i Direttori di altre Agenzie ambientali italiane e di ISPRA, in un’ottica di confronto aperto per far crescere la nostra Agenzia in un contesto stimolante ed aperto, all’interno del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente.

 

Può quantificare e riassumere le principali attività realizzate nel 2015?

È veramente difficile dare in poche righe un’idea dell’ampiezza e della complessità del lavoro fatto… Provo a fornire alcuni numeri: 120 visite ispettive sui grandi impianti produttivi sottoposti ad AIA (70 in ambito industriale, 50 in quello zootecnico); circa 350 su altri insediamenti produttivi “minori”; 41 conferenze di servizio per il rilascio di nuove autorizzazioni e oltre 50 per le bonifiche; circa 100 sopralluoghi per monitoraggi su aria, odori, rumore, campi elettromagnetici, radioattività, acque sotterranee e superficiali; 30.000 campioni analizzati dai laboratori, per un totale di 300.000 parametri analizzati; per non parlare degli interventi in pronta disponibilità H24...

 

Il primo pilastro della mission di ARPA FVG è il controllo delle fonti di pressione ambientale. Quali i principali problemi affrontati in materia di controllo delle attività produttive e di inquinamento sul territorio?


DSC_0603_rLa lista è davvero lunga… mi soffermo su alcune situazioni emblematiche.

Per i controlli delle attività produttive merita ricordare il grandissimo impegno su Trieste e le sue emergenze ambientali. Mi riferisco in particolare all’iter dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la Ferriera di Servola, che ha generato un provvedimento regionale molto avanzato e rigoroso nelle prescrizioni, e al complesso problema delle bonifiche nell’area del SIN, con la definizione di un protocollo per le analisi sui materiali di riporto che consente la ripresa delle attività di caratterizzazione. Su Trieste l’Agenzia ha impiegato una apposita task force con le sue migliori professionalità provenienti da tutte le sedi regionali; il risultato è stato notevole e possiamo dire d’aver sperimentato così un modello organizzativo di intervento più flessibile, che sarà utilizzato a presidio di tutte le emergenze ambientali del territorio regionale.

Notevole è stato anche l’impegno nell’area del Monfalconese, dove sono stati effettuati (e sono in via di completamente) alcuni importanti approfondimenti sulla qualità dell’aria in una zona altamente industrializzata, adottando anche approcci innovativi con tecniche di modellistica ambientale; sempre a Monfalcone sono stati effettuati anche accurati studi epidemiologici tramite il neo costituito Osservatorio Ambiente e Salute.

Più in generale, abbiamo sempre lavorato per conseguire, laddove possibile, livelli di protezione ambientale superiori a quelli minimi previsti dalle leggi. A tale proposito ricordo ancora il lavoro per l’AIA di Servola, ma non posso dimenticare il grande lavoro svolto per definire il Protocollo per il monitoraggio ambientale a Maniago, che mi auguro trovi presto applicazione.

Da ultimo vanno citati il lavoro per la prima applicazione della recentissima normativa sui cosiddetti “Ecoreati” (attività questa in cui abbiamo assunto il coordinamento del gruppo di lavoro nazionale delle ARPA), ma anche la continua collaborazione con le Procure della Repubblica e la Convenzione quadro con l’Arma dei Carabinieri.

 

Quali invece i principali risultati per il monitoraggio e la conoscenza della qualità ambientale del Friuli Venezia Giulia?

DSC_3743_rPer quanto riguarda la rete di misura della qualità dell'aria, abbiamo finalmente ultimato il progetto di potenziamento e aggiornamento della rete di stazioni di misura, che ha richiesto un impegno economico di 500.000 €. Inoltre, nel 2015 sono state realizzate alcune campagne di misura della qualità dell’aria con mezzi mobili per dare precise risposte alle richieste delle comunità locali.

Notevole anche l’impegno nel monitoraggio delle acque superficiali, in particolare nelle province di Udine e di Pordenone: in Friuli Venezia Giulia sono monitorati ben 2.162 km di corsi d’acqua (fiumi) ai fini della valutazione dello stato ecologico. Mi preme anche ricordare l’impegno nell’individuazione di metodi di analisi per la determinazione di nuove sostanze inquinanti presenti sia nelle acque superficiali che profonde. Su questi cosiddetti “inquinanti emergenti” abbiamo lavorato in collaborazione con Istituti di eccellenza come il “Mario Negri” per lo studio di farmaci, fitofarmaci e dei loro metaboliti, anche con applicazione di tecniche innovative.

Nel campo del monitoraggio delle acque marino-costiere, oltre a consolidare le attività ordinarie riferite alla balneazione e alla qualità ecologica dei mari, nel 2015 abbiamo sottoscritto le importanti convenzioni con il Ministero e con le ARPA del Bacino Adriatico per l’attuazione della Marine Strategy.

Molto importante anche l’attività svolta dai tecnici dell’agenzia a supporto della Regione FVG nell’attività di pianificazione, in particolare nella realizzazione del recente Piano Energetico.

E per quanto riguarda l’amianto, sottolineo la collaborazione dell’Agenzia nella realizzazione del Catasto Unico Amianto, ma anche il progetto di mappatura tramite telerilevamento delle coperture (tetti) contenenti amianto, pianificato nel 2015 e che si realizzerà nei primi mesi del 2016.

Cito ancora, molto velocemente, la gestione a regime del problema dei sedimenti in laguna, garantendo il dragaggio costante dei canali.

Infine, importantissime le attività dell’Osservatorio meteorologico regionale, che ha ulteriormente consolidato il proprio ruolo di punto di riferimento per la meteorologia in ambito regionale e nazionale, nonché come componente del Centro Funzionale di Protezione Civile regionale. Di rilievo anche lo sviluppo di attività di monitoraggio e studio dei cambiamenti climatici.

 

Ultimo capitolo: le collaborazioni in ambito regionale, nazionale, europeo

Poco dopo aver assunto la direzione di ARPA FVG, ho avuto l’onore di essere chiamato dai colleghi di tutta Italia ad assumere anche la Presidenza di AssoARPA, l’Associazione che riunisce le Agenzie ambientali delle Regioni e delle Province autonome. Si tratta di un’occasione straordinaria per portare con autorevolezza ARPA FVG al centro di un Sistema, quello delle Agenzie ambientali, in rapida evoluzione. Significa avere più spazio per far valere le nostre necessità e rappresentarle sul palcoscenico italiano, come abbiamo potuto fare per esempio lavorando con il Ministero dell’Ambiente sul tema degli escavi. Ciò consente anche di poter cogliere fin dall’inizio alcune innovazioni procedurali e normative e di sperimentarle prima di altri, in una sorta di Agenzia-laboratorio.

In questo contesto, mi piace ricordare soprattutto il ruolo di coordinamento che abbiamo assunto in molti gruppi di lavoro nazionali. Ciò ha consentito di portare dei contributi significativi per la risoluzione di situazioni complesse, come quelle riferite ai dragaggi e alla riperimetrazione del SIN Trieste.

Con orgoglio posso dunque dire che il Friuli Venezia Giulia è diventato un punto di riferimento per il mondo delle ARPA, di ISPRA e del Ministero, superando una situazione di marginalità che durava da alcuni anni.

Dal punto di vista della cooperazione europea c’è invece ancora molto da crescere. Abbiamo dato anche molta importanza allo sviluppo delle relazioni di confine; in particolare, nel 2016 avvieremo un tavolo di confronto con ARSO, l’Agenzia ambientale della Slovenia, per lo sviluppo di attività di controllo transfrontaliero in specie nel Goriziano.

 

In uno scenario di riduzione delle risorse, quali strategie può attuare un ente pubblico per continuare ad offrire servizi di alto valore aggiunto?

Il nostro è un mondo complesso, in cui bisogna saper lavorare in rete con gli altri soggetti pubblici e privati, in uno sforzo corale che dà un risultato infinitamente superiore alla somma delle parti.

Da questo punto di vista, la nostra possibilità di essere efficaci si gioca molto sulla capacità di mettere a sistema energie e risorse che stanno al di fuori del nostro perimetro organizzativo; per questo lavoreremo sempre di più con le Università, con gli enti Locali, con gli Enti regionali, con le AAS, con le altre Agenzie.

Un ruolo importante rivestirà il rapporto con il Mondo delle Imprese e con le loro Associazioni di categoria. Senza rinunciare al nostro ruolo di ente ispettivo deputato al controllo, svilupperemo una vera e propria “Scuola per l’ambiente” e un nuovo servizio di assistenza e di affiancamento alle Imprese, che sarà implementato nel 2016 a Pordenone. Gli scopi sono molteplici: orientare le imprese sulle complesse normative ambientali; sostenere percorsi di certificazione green, di processo e di prodotto; proporre formazione per aziende e consulenti; affiancare gli Enti locali e la Regione nello sviluppo di politiche di marketing territoriale e sostegno alla competitività dei territori.

 

Insomma, un bilancio positivo?

Assolutamente sì! Intendiamoci, il percorso è appena avviato, ci sono molti aspetti da migliorare e e ci sono ancora moltissime cose da fare. Ma se mi volto indietro, sono addirittura stupito della qualità e della quantità delle cose che abbiamo fatto in questo primo anno di lavoro insieme.

La nostra è una bella squadra, impegnata in maniera coesa in un percorso di rinnovamento ambizioso ed entusiasmante. I nostri colleghi, le nostre persone, rappresentano il nostro vero valore aggiunto, per impegno, dedizione e professionalità; ed è questo che mi fa dire che siamo sulla strada giusta e che raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati.



ultimo aggiornamento: giovedì 18 febbraio 2016