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Ctenofori nella Laguna di Marano e Grado

14/09/2016

Gli ctenofori sono un phylum di animali marini generalmente planctonici e trasparenti. Il loro nome deriva dal fatto di possedere 8 serie di palette ciliate o pettini (cteni), disposte su file meridiane. Al contrario delle meduse non possiedono cellule urticanti, pertanto sono innocui a contatto con l’epidermide.

Da oltre un mese questi organismi dalla consistenza gelatinosa hanno invaso le coste adriatiche, e le lagune in particolare, e solo di recente l’identificazione della specie è stata confermata con certezza. Si tratta infatti di Mnemiopsis leidyi o noce di mare, originaria dell’Atlantico Occidentale. Questa specie è apparsa per la prima volta nel Mar Nero all’inizio degli anni ’80, per mezzo delle acque di zavorra trasportate dalle navi. Dal 1988 la noce di mare è proliferata a tal punto nel Mar Nero da creare gravi danni al settore della pesca, in quanto è un vorace predatore di zooplancton, uova e piccole larve di pesci, soprattutto delle acciughe. Successivamente è comparsa nel Mar d’Azov, nel Mar di Marmara e nel Mar Egeo. Nel Golfo di Trieste è stata segnalata per la prima volta nel 2005, ma solo durante l’estate in corso si è verificata una vera e propria esplosione demografica.

Dalla fine di luglio la sua massiccia presenza nella Laguna di Marano e Grado sta creando notevoli problemi alla pesca con attrezzi da posta fissi i quali, essendo intasati da queste masse gelatinose, non riescono a catturare il pesce pur presente: finché permarrà il fenomeno sarà impossibile praticare la pesca in laguna.

I ricercatori che operano in tutti gli istituti presenti sulle coste adriatiche stanno ora esaminando le dinamiche di questa esplosione demografica. Il monitoraggio ambientale sulla presenza di questi organismi sarà indispensabile anche per capire le possibili ripercussioni sull’ecosistema marino-lagunare e sulle risorse della pesca.