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02 AGOSTO 2021

Un paese di temporali e primule

grandine

In generale la grandine può cadere dappertutto, ma alcune zone sono più soggette a questo tipo di fenomeno e la pianura pordenonese è una di queste.


Pier Paolo Pasolini, parlando del suo Friuli, lo definì il paese dei temporali e delle primule. Alle volte, questi temporali purtroppo portano con sé grandine anche di grandi dimensioni come accaduto in questi giorni nella pianura pordenonese.
 
La grandine è un fenomeno tipicamente estivo, aspetto sicuramente strano visto che si tratta di precipitazioni ghiacciate che si presentano nel periodo caldo dell’anno. Questa apparente paradosso è stato un rompicapo per molti studiosi antichi, fino a quando non si è scoperto che in realtà il freddo è sempre presente in maniera abbondante a pochi chilometri di altezza dal terreno.
 
Gli ingredienti della grandine sono tutto sommato pochi e semplici: servono delle correnti ascendenti molto intense con velocità di decine di km all’ora per poter sostenere i chicchi nel processo di crescita, e abbondanza di vapore acqueo nei bassi strati atmosferici. E’ infatti il vapore acqueo che, condensando e diventando delle piccole goccioline, costituisce i mattoni della grandine.
 
Le correnti ascendenti necessarie alla formazione della grandine si trovano all’interno dei temporali che sono una macchina termodinamica molto efficiente usata dall’atmosfera per tornare all’equilibrio quando la differenza di temperatura tra il suolo e la sommità atmosferica diventa troppo alta. In questo caso si originano dei moti verticali (detti convettivi) che portano le masse d’aria dal suolo verso la sommità dell’atmosfera e masse d’aria fredde dalla sommità dell’atmosfera al suolo. Un po’ come accade nella pentola d’acqua che bolle.

Una volta che le correnti ascendenti si strutturano, è possibile la formazione della grandine, che avviene per accumulo delle goccioline d’acqua che riescono a costruire un chicco tanto più grande quanto più intensa è la corrente ascendente. Per la sua formazione, un chicco di una decina di centimetri di diametro richiede delle correnti ascendenti di un centinaio di chilometri all’ora.
 
La grandine può formarsi un po’ dappertutto dove possono aversi dei temporali, nella nostra regione ci sono delle aree che sono più soggette a questo tipo di fenomeni, come ad esempio la pianura pordenonese, l’aquileiese e la pedemontana udinese. Nella formazione della grandine un ruolo molto importante è rappresentato dall’orografia, che facilita sia l’accumulo di umidità nei bassi strati atmosferici che la realizzazione dell’instabilità atmosferica (aria molto calda al suolo e molto fredda in quota) a seguito dell’arrivo delle perturbazioni.
 
Maggiori informazioni sono disponibili sul report predisposto dall’Agenzia grazie ai dati raccolti dalla rete di rilevamento della grandine. In circa 400 punti del territorio sono posizionati dei supporti metallici dotati di un pannello in polistirolo: la grandine, colpendo il pannello, lascia una traccia evidente che viene poi analizzata con dei particolari software che ne determinano dimensioni e velocità.
La rete, attiva dal 1988 sulla pianura e sulla costa del Friuli Venezia Giulia, è gestita da volontari a cui va il ringraziamento per la loro preziosa collaborazione.

>> Vai al report “Cenni sulla climatologia della grandine nella pianura del Friuli Venezia Giulia derivata dalla rete di pannelli”