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14 SETTEMBRE 2020

Ospiti indesiderati: i rifiuti marini

Cernita dei rifiuti raccolti in fondo al mare

Poco meno di 500 oggetti raccolti in meno di due ore dai gruppi di sommozzatori di Trieste che hanno partecipato all’iniziativa “aMareFVG” che si è tenuta domenica13 settembre a Trieste sul lungomare di Barcola.

All’iniziativa, promossa dall’Assessore regionale alla difesa dell'ambiente, all'energia e sviluppo sostenibile della regione Friuli Venezia Giulia, ha partecipato anche l’Arpa, oltre a numerosi gruppi di volontariato locali, dai Carabinieri ai pompieri fino ai gruppi cinofili di salvataggio.

L’Agenzia per l’ambiente si è fatta carico di classificare e conteggiare gli oggetti raccolti dal fondo del mare: non solo piccoli frammenti giunti in prossimità della costa sospinti dal vento, ma anche oggetti ancora interi, probabilmente trasportati in mare dal vento di bora.

Complessivamente quasi cinquecento pezzi, un numero che colpisce soprattutto per la varietà degli oggetti raccolti, dalle tipiche bottiglie di vetro agli ami e lenze per la pesca, dai sedie e sdraio in plastica a calcinacci e pezzi di ceramica, per non parlare di occhiali, antenne, profilati metallici, ombrelli

Un’iniziativa ben riuscita che ha posto l’accento sui rifiuti presenti nel nostro mare, sia su quelli cosiddetti spiaggiati (il “marine litter”), sia su quelli presenti sul fondo marino. Una vera e propria emergenza degli ultimi anni se pensiamo che ogni minuto viene immesso in mare un camion di rifiuti!

I rifiuti in mare rappresentano un problema ambientale emergente poiché molte specie marine (cetacei, uccelli, tartarughe, pesci e invertebrati) finiscono per ingerirli confondendoli, soprattutto quelli di plastica, con le loro prede naturali (la tartaruga scambia, per esempio, i sacchetti di plastica per meduse). Solo nel Mediterraneo, un milione di uccelli marini muoiono ogni anno per conseguenze dovute all’ingestione di plastica.

Inoltre, il materiale plastico può ridursi in frammenti molto piccoli, inferiori a 5 mm, a causa della degradazione e della frammentazione meccanica. Queste sono le cosiddette “microplastiche”, facilmente ingerite dagli organismi marini entrando così nella catena alimentare.

Arpa FVG, che effettua annualmente due campionamenti dei rifiuti spiaggiati (marzo e novembre) su 10 spiagge, stima che lungo il nostro litorale i rifiuti spiaggiati siano pari a 6,5 t/anno, cioè 3 camion all’anno! Inoltre, dal 2015 ad oggi l’Agenzia per l’ambiente ha raccolto 41.500 oggetti di cui il 77% è costituito da plastica e il restante 23% da oggetti in vetro/ceramica, rifiuti sanitari, carta e cartone, legno, metallo, tessuti e gomma. Rilevante è la quantità di rifiuti sanitari composti dai cotton fioc e da assorbenti. I dati di Arpa evidenziano, infine, che il 50% della plastica raccolta proviene da imballaggi, il 21% è polistirolo (cassette e frammenti), il 16% sono frammenti di plastica, l’11% reti, boe, corde e lenze. Le reti da pesca abbandonate o perdute rappresentano gli oggetti più pericolosi per gli animali che, rimanendone impigliati, si feriscono o muoiono.