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12 MAGGIO 2020

Mascherine: conclusi i test Arpa FVG – Università di Udine

Test di funzionalità su filtri

Arpa FVG e l’Università di Udine ritengono concluso il servizio straordinario di verifica funzionale dei materiali destinati alla produzione di mascherine chirurgiche e ad uso della popolazione. Anche in considerazioni delle mutate condizioni legate all’emergenza Covid-19, l’accettazione dei campioni da testare è pertanto sospesa, resta garantito il supporto tecnico alla Protezione Civile Regionale in caso di necessità.

Come noto, Arpa e Università di Udine hanno avviato il 14 aprile un servizio di test funzionali sui materiali filtranti destinati alla produzione di mascherine protettive, da sottoporre alla validazione da parte dell’ISS per uso medico o da immettere in commercio prive del marchio CE in conformità alle richieste della Protezione Civile Regionale, al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid-19 (art. 15 e art. 16 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020).

Dalla data di avvio del protocollo operativo sono stati consegnati circa un centinaio di campioni realizzati utilizzando materiali di vario tipo e provenienti in gran parte dal territorio regionale.

Le analisi, eseguite gratuitamente, prevedevano la valutazione della respirabilità, dell’efficienza di filtrazione e della pulizia microbica. I risultati ottenuti hanno consentito di confermare che i materiali più adatti per la fabbricazione di mascherine filtranti sono quelli già individuati dall’elaborato dal Politecnico di Milano (Nota tecnica v 5.0 del 04/05/2020), come ad esempio quelli preparati con un adeguato contenuto di TNT di meltblown, in strato singolo oppure come somma di più strati (ridotto strato di meltblown e spunbond).

L’efficienza di filtrazione è risultata generalmente inferiore alla mascherina chirurgica marchiata CE utilizzata come campione di controllo, per particelle di dimensioni inferiori o uguali a 1 micrometro, oltre a presentare valori di respirabilità fuori soglia. Anche gli esiti dell’analisi della pulizia microbica hanno evidenziato il mancato rispetto dei requisiti minimi per la commercializzazione dei prodotti quali dispositivi medici.

I campioni sono stati classificati in base alle prestazioni ottenute nei singoli test; in particolare, per il test per l’efficienza di filtrazione si è considerato il confronto con il campione di controllo mentre per la respirabilità si è considerato il valore di Pressione differenziale riportato nella tabella del capitolo 5.2.7 della norma UNI EN 14683 (ottobre 2019) per la perdita di carico/area (Pa/cm2).

Gli esiti dei test eseguiti fino ad ora indicano che un numero limitato di campioni risulta possedere i requisiti necessari per perseguire un percorso di validazione e conseguente certificazione come materiale chirurgico certificato presso gli enti preposti. In particolare, il 67% dei campioni ha dimostrato una efficienza di filtrazione per particelle ≤1 micrometro più bassa rispetto al campione di controllo, mentre il 38% ha presentato un valore di pressione differenziale superiore a 60 Pa/cm2.

Buone sono risultate le prestazioni per la rimozione di particelle con diametro >5 micrometri, requisito, si ricorda, richiesto dalla Protezione Civile Regionale per la fornitura di mascherine a favore della popolazione. 

Nello specifico gli esiti dei risultati ottenuti dai test effettuati con il protocollo proposto hanno messo in evidenza, nella maggior parte dei casi, una buona coerenza con quelli analizzati dal Politecnico di Milano.

Per eventuali approfondimenti relativamente ai materiali e alla migliore combinazione degli stessi ai fini della produzione di mascherine si rimanda alla nota tecnica n° v 5.0 del 04/05/2020 del Politecnico di Milano a questo link

> Comunicato stampa Arpa FVG