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07 MAGGIO 2020

Al via uno studio epidemiologico nazionale su inquinamento atmosferico e COVID-19

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“Il presunto legame tra COVID-19 e inquinamento è argomento divenuto quotidiano nel dibattito mediatico e non solo, suscitando da più parti teorie ed ipotesi che è giusto approfondire ed a cui è doveroso dare una conferma tecnico-scientifica”. A dirlo il Presidente di Ispra e Snpa Stefano Laporta durante la presentazione del nuovo studio epidemiologico a livello nazionale per le possibili connessioni tra le esposizioni agli inquinanti atmosferici, in particolare le cosiddette polveri sottili (PM), e la diffusione di COVID-19.

Il nuovo progetto di ricerca coinvolge l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e vede la partecipazione delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente tramite il SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente).

Questo studio epidemiologico segue, infatti, l’avvio dell’altra iniziativa PULVIRUS, promossa da ENEA, ISS e ISPRA-SNPA, che valuterà le conseguenze del lockdown sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra e le interazioni fra polveri sottili e virus.

Nell’ambito dello studio le Agenzie per l’ambiente metteremo a disposizione le loro competenze in materia di qualità dell’aria e di modellistica ambientale.

L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di infezioni delle basse vie respiratorie, particolarmente in soggetti vulnerabili, quali anziani e persone con patologie pregresse, condizioni che caratterizzano anche l’epidemia di COVID-19. Le ipotesi più accreditate indicano che un incremento nei livelli di PM rende il sistema respiratorio più suscettibile all’infezione e alle complicazioni della malattia da coronavirus.

Gli obiettivi dello studio epidemiologico nazionale verteranno sul ruolo dell’esposizione a PM nell’epidemia di COVID-19 nelle diverse aree del paese, per chiarire in particolare l’effetto di tale esposizione su distribuzione spaziale e temporale dei casi, gravità dei sintomi e prognosi della malattia, distribuzione e frequenza degli esiti di mortalità.

> Comunicato congiunto ISS-ISPRA